Descrizione
La condizione di inferiorità civile in cui si trovavano i valdesi, cittadini di seconda categoria assieme agli ebrei, per via della discriminazione confessionale, doveva finalmente trovare il suo epilogo nell'anno delle costituzioni e rivoluzioni europee: il 1848.
L'opinione pubblica aveva ormai acquisito tanto peso da poter premere sulle istituzioni e sui governi, tanto da indurli a concessioni o riconoscimenti fino allora considerati rivoluzionari. Sulla Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio fu annunciato che lettere patenti sarebbero state pubblicate datate 17 febbraio 1848; esse dicevano:
I valdesi sono ammessi a godere di tutti i diritti civili e politici dei nostri sudditi, e frequentare le scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici. Nulla però è innovato quanto all'esercizio del loro culto ed alle scuole da loro dirette.
La religione cattolica apostolica romana è la sola religione dello Stato; gli altri culti sono tollerati conformemente alle leggi.
La sera del 24 la notizia ufficiale dell'atto di emancipazione, era immediatamente comunicata alle Valli con mezzi di fortuna, non essendoci treni né altre vie di comunicazione, due studenti valdesi partirono da Torino con una carrozza noleggiata portando la lieta novella alla colonia valdese di Pinerolo. Nel cuore della notte, messaggeri volontari da Pinerolo recarono l'annunzio a tutte le comunità della val Chisone e Germanasca. Nelle valli l'entusiasmo fu generale, di sera i monti furono illuminati dai fuochi dei falò che annunciavano la gioia di tutto il popolo che aveva raggiunto la sua libertà.
Alla domenica successiva, il 27 febbraio, si svolse a Torino una gran manifestazione popolare per solennizzare la concessione dello Statuto, cui parteciparono tutte le province piemontesi, discesero anche 600 valdesi, che furono invitati a marciare in testa alle 60 corporazioni su consiglio del ministro D'Azeglio con le parole "per troppo tempo sono stati gli ultimi, è giusto che ora siano i primi".
Essi ebbero dalla popolazione della capitale accoglienze fraterne e commoventi.