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Descrizione

Le valli Chisone e Germanasca erano certamente popolate sin dall'epoca preistorica e i valichi erano praticati ben prima dell'epoca romana, ma le prime notizie, anche se scarse, sulla loro storia, risalgono all'epoca romana, quando il territorio era abitato da popolazioni celtiche, tribù di barbari, nuclei di genti indigene composte di agricoltori, cacciatori e guerrieri che si fusero progressivamente in un unico popolo. Ci sono diversi siti di iscrizioni rupestri: a Pramollo, e nel Comune di Roure, a testimoniare la presenza dei nostri antenati preistorici.

La tradizione vuole che i più antichi abitatori delle nostre valli siano stati i Magelli, tribù d'origine Ligure, di questi è rimasta traccia nei cognomi Massel, Masseilot e forse nei nomi di località, Macello, Massello, Masselli.

La prima dinastia piemontese che la storia ricorda è quella dei Cozii, n'era signore un certo Donno della tribù dei Segovii, e successivamente suo figlio Cozio. Il loro regno si estendeva dal Moncenisio al Monginevro fino al borgo di Fìnìs Terrae (Fenestrelle). Essi si allearono coi Romani in cambio di un sicuro transito verso la Gallia.

Una leggenda attribuisce un antico ponte a Dubbione di Pinasca, quasi sicuramente d'epoca medioevale, al cartaginese Annibale, che attraversò le Alpi con i suoi elefanti nel 218 a.c., ma su quest'episodio esistono varie interpretazioni, e gli esperti non hanno ancora sciolto il nodo riguardante la valle da questi attraversata.

Nel 77 a.c. valicò le Alpi, Pompeo, ma anche in questo caso non si conosce la valle attraversata, nel 61 e nel 58 sempre a. c. fu poi la volta di Giulio Cesare.

Dapprima queste terre ebbero cittadinanza romana, poi Cozio I divenne prefetto e il suo regno, ben delimitato, divenne Provincia romana; Cozio II fu eletto re durante l'Impero di Claudio, infine estintasi la dinastia alpina, il territorio fu definitivamente annesso a Roma durante l'impero di Nerone.

Fenestrelle divenne un importante presidio militare ed una stazione commerciale alle porte della Gallia, a quel tempo il valico più importante era il Monginevro, e qualche collegamento avveniva anche attraverso il col d'Abriès. Pochissime sono le tracce dell'epoca Romana, qualche moneta ed il tracciato delle strade aperte dai romani. Il documento più significativo è la stele funeraria di Manlio Titioni e del suo commilitone Vibio, di epoca Augustea, eseguita in pietra locale e rinvenuta nel territorio di Villar Perosa, che reca questa epigrafe: V (RVUS) F (ECII) Vaiitis TITIONI, S. SIBI ET VIBIO FRATW MILIN.

Il reperto, ritrovato negli anni '30 si trova attualmente nel Museo Storico Valdese di Torre Pellice. Rimangono alcuni toponimi di origine latina: Portae (Porte), Petra Sextaria (Sestriere), Finis Terrae (Fenestrelle), altri di origine celtica come Bric (Collina) Coumbo (Comba). Di origine Ligure è il suffisso "asc" Pinasca, Germanasca.

Ancora più oscuro il successivo periodo delle invasioni barbariche e dell'epoca di Carlo Magno.

Molti episodi sono infatti avvolti nella leggenda riguardo alla diffusione del Cristianesimo o al passaggio di santi o apostoli; ad esempio il passaggio nelle nostre valli Martino vescovo di Tours, da cui prende nome una borgata dell'attuale Comune di Perrero e il nome dell'intera val Germanasca. La tradizione ascrive al 505 il primo segnale certo della fede cristiana: si tratta di una vasca battesimale di Pourrières, ora trasformata in pila per l'acqua benedetta, che reca incisa sulla pietra questa data ed una croce.

In quel periodo, V-VI secolo, dopo i saccheggi dei barbari, le valli facevano parte del territorio amministrato da Sisige della tribù dei Goti, poi passato coi Bizantini col nome di Sisinnio. Intorno al VI secolo cominciò la penetrazione di popolazioni provenzali, che introdussero la lingua e la cultura d'oc, seguirono le invasioni Longobarde. Questo popolo divise il Piemonte in quattro ducati: Torino, Asti, Ivrea e S.Giulio d'Orta. I Longobardi furono cacciati dai Franchi, che avevano invaso l'Italia nel 773, Carlo Magno divenne signore delle Alpi Cozie e nacque la contea di Torino che comprendeva le nostre valli.

Dissoltosi l'impero di Carlo Magno, si formarono regni e marchesati indipendenti ancora deboli per affrontare le invasioni distruttrici degli Ungari e dei Saraceni.

Probabile che furono loro ad iniziare la coltivazione del grano saraceno (Granet); rimangono tracce del loro passaggio in alcuni toponimi, forse la borgata Selvaggio, Saret dei Sarasin, Rocca Morella, Ville Cloze, Punta Saracina, ed in diversi cognomi: Maurin, Morel. Ricordiamo inoltre il cognome Sarrasin, nonché il fantoccio Saracino, un personaggio di un ballo popolare a Finestrelle (lou bal da Sabbre) eseguito dal gruppo degli Spadonari di Finestrelle. Nella seconda metà del 900 diventa signore della contea di Torino e di Auriate (Saluzzese e Cuneese) Arduino III con capitale Susa.

Pronipote di Arduino III è la contessa Adelaide che fonda nel 1064 l'Abbazia di Santa Maria ad Abbadia Alpina con tutti i diritti feudali sulla Val Perosa e Val San Martino. Essa aveva sposato Oddone di Savoia, figlio di Umberto Biancamano.

E' attraverso questo matrimonio che i Savoia posero le basi del loro dominio in Piemonte.

Il periodo che va dal 1000 al 1300 è caratterizzato dal feudalesimo. La libertà personale era assai limitata, difatti negli atti di compravendita dei terreni, non erano solo indicati i confini degli appezzamenti, ma erano comprese anche le famiglie legate al fondo. Il periodo feudale si concluse con l'affrancamento dall'Abbazia in cambio di una somma in denaro di 12.000 scudi d'oro.

Questa transazione fu successivamente approvata e omologata dal Duca di Savoia Carlo Emanuele I il 7 febbraio 1586 e dal Pontefice Sisto V con bolla del 30 aprile 1587.



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